Comunità religiose

Chiesa: Santa Giusta

Parrocchia
Santa Giusta
Prete
Don Roberto Maccioni
Recapito telefonico
Descrizione della chiesa
La Chiesa principale è dedicata alla patrona S. Giusta la cui festività si celebra il 14 maggio. La chiesa è stata realizzata nel 1500 in stile gotico catalano. Il 17 novembre si celebra la festa in onore di S. Giusta in ricordo dell’alluvione del 1898. In tale evento molti cittadini ebbero modo di sottrarsi dalle zone allagate rifugiandosi all’interno della Chiesa, eretta in una parte sopraelevata rispetto ai terreni circostanti. Storia del Campanile NeI 1953 c’era parroco a Uta Don Raimondo Fresia e la chiesa, dedicata a Santa Giusta, era sprovvista di campanile. Don Raimondo Fresia fu il promotore del progetto per la costruzione di un campanile nella chiesa e organizzò una campagna per la raccolta dei soldi necessari alla sua realizzazione. Furono organizzate delle vendite di beneficienza, dove chi poteva realizzava gratuitamente dolci, pane, etc. e lo vendeva in queste fiere, il ricavato veniva destinato al campanile. Una volta raggiunta una certa somma Don Fresia incaricò dei progetto l’lng. Pellegrino Raffaello di Cagliari e contestualmente cominciò a cercare un muratore a cui assegnare la realizzazione dell’opera. La scelta ricadde, dopo una selezione di muratori e delle loro opere da parte dei parroco, su Ibba Vincenzo di Quartu Sant’Elena sposato con una cittadina utese e residente a Uta, che all’epoca aveva 23 anni e aveva già realizzato a Uta parecchi lavori, tra cui: il cinema di proprietà di Soriga Antonio, il bar di Raccis Stefano, l’azienda Imeroni. I lavori furono iniziati nell’estate del 1953 e la squadra era composta da: 1.Muratore Sig. Vincenzo Ibba 2.Maestro in seconda Sig. Antonio Podda 3.Manovale Sig. Orrù Antonio 4.Manovale Sig. Pani Gesuino 5.Manovale Sig. Fenu Carmelo 6.Manovale Sig. Planu Luigi Molti cittadini di Uta collaborarono alla costruzione alternandosi mattina e sera. Le prime pietre portate per il campanile furono recuperate dalle rovine di un ponte che attraversava il Rio Cixerri. Una volta scelto il muratore e approvato il progetto, furono effettuati i rilievi e iniziati gli scavi per le fondazioni. Intanto la popolazione continuava a fare la raccolta dei fondi e molti volontari portavano, con i carri trainati da cavalli e buoi, materiale da costruzione tipo sabbia e pietre dal fiume. I materiali usati per la costruzione dei campanile furono: •Pietre di fiume e di cava; •Sabbia di fiume; •Cemento armato per la realizzazione delle fondazioni in un’unica platea, dei quattro pilastri nell’ultimo piano dove ci sono le campane e le cupole; •I gradini della scala vennero realizzati con pietre di trachite di Serrenti, opportunamente tagliati a forma di triangolo e incastrati nel muro. Durante la costruzione del campanile si verificarono parecchi problemi, vista l’altezza dell’opera prevista in progetto di 30 m, soprattutto il problema maggiore fu il trasporto del materiale ai vari piani man mano che si procedeva in altezza considerato che il montacarichi arrivava ad un’altezza massima di 10 mt. , quindi dai 10 m in su il materiale veniva portato in spalla e con le carrucole. Una volta il montacarichi si ruppe, alzandosi e abbassandosi facendo traballare il ponte, la squadra che ci stava lavorando si aggrappò al ponteggio e aspettò che il montacarichi si stabilizzasse, furono momenti di grande paura. Arrivati all’altezza dei quattro archi mancarono i soldi per l’acquisto delle pietre, allora il Sig. Ibba li realizzò in cemento armato simulando il disegno delle pietre. Sopra la cupola venne posata una statua in pietra della Madonna, alta circa due metri, che fu portata su con paranchi e a mano, occorsero circa tre giorni per portare a compimento questa operazione. I lavori si conclusero nella primavera del 1955. Nel mese di Maggio ci fu l’inaugurazione dei campanile alla presenza delle autorità del paese e della popolazione che accorse in massa, orgogliosa dell’opera per la quale aveva tanto generosamente contribuito.



Foto della chiesa
Facciata della Parrocchia
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